Deceased Academicians
"Il venerando professore Branly, nato nel 1844, fu, come Professore di fisica, di grande decoro dell'Istituto cattolico di Parigi, al quale rimase fedele sino alla morte, tanto che l'attuale Rettore Magnifico dell'Istituto, l'Eminentissimo e venerando Cardinale Baudrillard ha, proprio in questi giorni, stabilito che il Laboratorio, ove il Branly fece le sue scoperte, sia conservato intatto, ad un tempo museo e testimonianza del valore dell'insigne fisico.
A tutti è noto che gli studiosi francesi e anche di altri paesi contendono al nostro Marconi il merito di avere scoperto la trasmissione di segnali elettrici senza fili per attribuirlo al Branly. Non sarò certo io, ignorante di questo mirabile campo di studi e di applicazioni, a dire in proposito una parola. Mi si permetta però ricordare che quando il Figaro pubblicò un articolo non simpatizzante intorno al Branly, narrando che, per mancanza di fondi, egli non poteva rifornire il suo laboratorio, il Branly ebbe la sorpresa di ricevere la visita di Marconi che, accompagnato dall'amministratore delegato della Compagnia inglese Marconi, veniva a fargli una nobile proposta. L'amministratore Isaac disse che, voledo portare un aiuto efficace alle ricerche del Branly, aveva pensato, insieme con Marconi, di proporgli il posto di consigliere tecnico della Società francese marittima e coloniale di telegrafia senza fili, costituita in maggioranza di capitali francesi e collegata alla Compagnia inglese. In compenso di tale concorso, la Compagnia offriva al Branly una somma cospicua destinata ad accrescere la dotazione del suo laboratorio e uno stipendio annuale. L'Isaac aggiunse che il Marconi conosceva già il Branly, ma desiderava che l'offerta gli giungesse per mezzo del Figaro, quasi a riparazione. Lo scienziato francese rimase commosso e turbato dalla proposta, e la declinò energicamente. 'Sono un uomo di laboratorio, disse, non ho mai fatto altro che ricerche di laboratorio. Non m'intendo affatto di lavori pratici e non ho mai maneggiato nemmeno un apparecchio di telegrafia. Sono ora troppo vecchio per fare diversamente da quanto ho fatto finora. D'altra parte la mia esistenza è oggi organizzata modestamente. Mi accontento di quanto posseggo'. Lo stesso Marconi e l'Isaac vollero tornare alla carica, ma non riuscirono a smuovere il vecchio scienziato, il quale disse a Marconi: 'I vostri ingegneri ne sanno più di me e, per essere il loro consigliere, dovrei prima andare a scuola da loro'. Marconi si separò dal Branly con un sentimento di maggiore ammirazione per la sua modestia; più tardi, allorché il Branly si congratulava con lui per le sue esperienze di telegrafia senza fili attraverso la Manica, gli rispondeva che questo bel risultato era dovuto certamente, in parte, agli importanti lavori del Branly.
Infatti il Branly con le sue ricerche aveva dimostrato che, mentre si sa che i corpi conduttori lasciano passare l'elettricità e invece i corpi isolanti l'arrestano, vi hanno corpi a conduttibilità intermittente, ossia a volontà conduttori o isolanti. Quando si riuniscono due poli di una pila mediante della limatura metallica racchiusa in un tubo di vetro avente all'estremità due conduttori, la corrente della pila è arrestata dalla limatura, e un galvanometro, che fa parte del circuito, resta a zero; se una scintilla della bottiglia di Leyda scocca, il galvanometro è devitao; la limatura divente conduttrice e tale resta; si batte sul tubo che contiene la limatura, il circuito si riapre, la conduttibilità della limatura sparisce; una nuova scintilla a distanza chiude il circuito; lo si rompe con un colpo sul tubo, e così di seguito.
Questa memorabile esperienza compiuta dal Branly nel 1890 è il fondamento delle prime esperienze di telegrafia senza fili. Il Branly chiamò radioconduttori i corpi la conduttibilità dei quali si stabilisce sotto l'influenza di una scintilla elettrica; in seguito scoprì che altri corpi hanno la proprietà della limatura elettrica.
Ho accennato a questa scoperta per mostrare i grandi meriti del Branly nella telegrafia senza fili, la quale, dice il Branly, avrebbe potuto, teoricamente, nascere prima della telegrafia con filo per il fatto che essa aveva bisogno solo di un radioconduttore. Ma è inutile approfondire oltre un punto che sarà compito degli studiosi di storia della scienza ai quali è pure necessario che gli uomini di scienza diano materiale per la loro disciplina.
Quanto a noi è ovvio l'osservare che le due grandi menti del Marconi e del Branly oggi, illuminate da luce di gloria, possono, meglio di quanto possiamo fare noi, uomini della corta vista, constatare che i problemi della scienza giungono in certi momenti a tale maturità onde le menti geniali arrivano insieme a cogliere, per intuizione, quella verità che agli uomini che battono le vie della comune conoscenza intellettuale non è dato di cogliere.
La nostra Accademia, che vedeva nei suoi stalli insieme e il venerando Branly, e il nostro grande Marconi, oggi, onorando la memoria di quello dei due scomparso più di recente, nulla toglie alla gloria dell'altro, ma anzi l'accresce. Il genio di ambedue promosse in modo diverso il progresso della scienza; la nobiltà dell'anima loro è un titolo di onore per la nostra Accademia che li ebbe membri".
Rev.mo P. Agostino Gemelli O.F.M. Acta 6