Dichiarazione del Summit della Pontificia Accademia delle Scienze sul traffico di organi e sul turismo dei trapianti

2017
Workshop
7-8 febbraio

Dichiarazione del Summit della Pontificia Accademia delle Scienze sul traffico di organi e sul turismo dei trapianti

Dichiarazione del Summit della Pontificia Accademia delle Scienze sul traffico di organi e sul turismo dei trapianti
Foto: Gabriella C. Marino

In conformità alle Risoluzioni dell’ONU e dell’Assemblea Mondiale della Sanità, al Summit dei Sindaci delle principali città del mondo tenutosi in Vaticano nel 2015, alla Dichiarazione congiunta dei leader religiosi contro la schiavitù moderna del 2014 e al Magistero di Papa Francesco, che, nel mese di giugno 2016, durante il Summit dei Giudici contro la tratta di esseri umani e la criminalità organizzata, ha dichiarato che il traffico di organi e la tratta di persone ai fini dell’espianto di organi sono dei “veri e propri crimini contro l’umanità che devono essere riconosciuti come tali da tutti i leader religiosi, politici e sociali e sanciti dalle leggi nazionali e internazionali”, noi sottoscritti, partecipanti del Summit della Pontificia Accademia delle Scienze sul traffico di organi, ci impegniamo a combattere questi crimini contro l’umanità tramite iniziative che coinvolgano, a livello mondiale, tutte le parti interessate.

La povertà, la disoccupazione e la mancanza di opportunità socioeconomiche sono fattori che rendono le persone vulnerabili al traffico di organi e alla tratta di persone ai fini dell’espianto di organi. Gli indigenti sono facili prede dei trafficanti che li convincono a vendere un organo nella loro disperata ricerca di una vita migliore. Analogamente, vi sono pazienti disperati disposti a pagare cifre ingenti e a intraprendere viaggi all’estero in quello che è un vero e proprio turismo dei trapianti pur di ottenere un organo che potrebbe mantenerli in vita, ignari delle conseguenze di un trapianto a fini commerciali sulla salute a breve e lungo termine. Sono i trafficanti e gli operatori sanitari senza scrupoli a rendere possibile il traffico di organi, ignorando la dignità degli esseri umani. Le procedure chirurgiche vengono eseguite in strutture non autorizzate che operano clandestinamente i turisti dei trapianti. Tuttavia, il traffico di organi può avvenire anche in strutture a norma, quando per esempio un individuo disposto a vendere un

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In conformità alle Risoluzioni dell’ONU e dell’Assemblea Mondiale della Sanità, al Summit dei Sindaci delle principali città del mondo tenutosi in Vaticano nel 2015, alla Dichiarazione congiunta dei leader religiosi contro la schiavitù moderna del 2014 e al Magistero di Papa Francesco, che, nel mese di giugno 2016, durante il Summit dei Giudici contro la tratta di esseri umani e la criminalità organizzata, ha dichiarato che il traffico di organi e la tratta di persone ai fini dell’espianto di organi sono dei “veri e propri crimini contro l’umanità che devono essere riconosciuti come tali da tutti i leader religiosi, politici e sociali e sanciti dalle leggi nazionali e internazionali”, noi sottoscritti, partecipanti del Summit della Pontificia Accademia delle Scienze sul traffico di organi, ci impegniamo a combattere questi crimini contro l’umanità tramite iniziative che coinvolgano, a livello mondiale, tutte le parti interessate.

La povertà, la disoccupazione e la mancanza di opportunità socioeconomiche sono fattori che rendono le persone vulnerabili al traffico di organi e alla tratta di persone ai fini dell’espianto di organi. Gli indigenti sono facili prede dei trafficanti che li convincono a vendere un organo nella loro disperata ricerca di una vita migliore. Analogamente, vi sono pazienti disperati disposti a pagare cifre ingenti e a intraprendere viaggi all’estero in quello che è un vero e proprio turismo dei trapianti pur di ottenere un organo che potrebbe mantenerli in vita, ignari delle conseguenze di un trapianto a fini commerciali sulla salute a breve e lungo termine. Sono i trafficanti e gli operatori sanitari senza scrupoli a rendere possibile il traffico di organi, ignorando la dignità degli esseri umani. Le procedure chirurgiche vengono eseguite in strutture non autorizzate che operano clandestinamente i turisti dei trapianti. Tuttavia, il traffico di organi può avvenire anche in strutture a norma, quando per esempio un individuo disposto a vendere un organo si presenta come parente o amico altruista del beneficiario presso un centro trapianti. Anche i media hanno contributo significativamente a mettere in luce queste realtà, dando risalto al dramma delle vittime di tratta grazie a indagini indipendenti sui crimini legati ai trapianti e sulla corruzione degli operatori sanitari e delle strutture non a norma.

Tra gli strumenti giuridici internazionali che definiscono, condannano e penalizzano queste pratiche vi sono il Protocollo ONU contro la tratta di persone (Protocollo di Palermo), la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di essere umani e la Convenzione del Consiglio d’Europa per la lotta contro il traffico di organi. Noi sosteniamo questi documenti, che affermano che i professionisti dei trapianti che commettono o favoriscono questi crimini debbano essere ritenuti legalmente responsabili sia che i reati vengano commessi a livello nazionale che all’estero.

Gli strumenti legali del recente passato costituiscono un importante collegamento con le politiche innovative emergenti volte a combattere la diseguaglianza sociale. La tratta di persone ai fini dell’espianto di organi e del traffico di organi sono contrari all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, promulgata dall’Assemblea Generale dell’ONU, essendo questioni di diritti umani e di giustizia sociale, poiché i poveri sono sfruttati per i loro organi ma non sono in grado, al contrario, di ricevere un trapianto quando ne hanno bisognoCome ha scritto Jeffrey Sachs, “lo sviluppo sostenibile afferma che le politiche economiche funzionino meglio quando si focalizzano contemporaneamente su tre grandi problemi: in primo luogo, la promozione della crescita economica e del lavoro dignitoso: in secondo luogo, la promozione dell’equità sociale per le donne, i poveri, e le minoranze; in terzo luogo, la promozione della sostenibilità ambientale”. Infatti, i paesi in conflitto e senza una stabilità interna sono vulnerabili ai reati connessi con il trapianto di organi.

Dei progressi per limitare il traffico di organi sono già stati fatti dagli operatori sanitari allineati con la Dichiarazione di Istanbul. Ciononostante, a livello mondiale ci sono ancora un certo numero di destinazioni dov’è praticato il turismo dei trapianti in cui non esiste, o è troppo debole, una legislazione per questi reati a protezione dei poveri e dei vulnerabili. Tali pratiche persistono perché alcuni Stati non rispettano il loro dovere nei confronti dei propri cittadini in materia di trapianti di organi.

Essendo perciò a conoscenza degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, del Protocollo di Palermo delle Nazioni Unite sulla tratta di esseri umani, delle Risoluzioni dell’Assemblea mondiale della sanità (2004 e 2010), della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro il traffico di organi, della Risoluzione di Madrid sulla donazione e il trapianto di organi, e della Dichiarazione di Istanbul, e sulla base dei dati sul traffico di organi presentati al Summit della Pontificia Accademia delle Scienze sul traffico di organi, noi sottoscritti, in quanto comunità di attori interessati, ci impegniamo a combattere tali pratiche immorali e illecite seguendo le direttive di Papa Francesco per combattere la tratta di persone e il traffico di organi in tutte le loro forme condannabili.

Proponiamo quindi ai governi nazionali, regionali e comunali, ai Ministeri della Salute, alla Magistratura, ai leader religiosi, alle organizzazioni professionali degli operatori sanitari e al pubblico in generale le seguenti raccomandazioni derivanti dal Summit della Pontificia Accademia delle Scienze sul traffico di organi, affinché siano attuate in tutto il mondo:

  1. Riconoscimento da parte di tutte le nazioni e di tutte le culture che la tratta di persone ai fini dell’espianto di organi e del traffico di organi, compreso l’impiego di organi di detenuti giustiziati e la retribuzione dei donatori o dei parenti di donatori deceduti, sono reati da condannare a livello mondiale e da perseguire legalmente sia a livello nazionale che internazionale.
  2. Incoraggiamento da parte dei leader religiosi alla donazione etica di organi e condanna della tratta di persone ai fini dell’espianto di organi e del traffico di organi.
  3. Provvedimenti che permettano di raggiungere l’autosufficienza nella donazione di organi a livello nazionale – che comprendano, ove necessario, la cooperazione a livello regionale – per ridurre il fabbisogno di trapianti attraverso misure preventive e migliorando l’accesso ai programmi nazionali di trapianto in modo etico e regolamentato.
  4. Un quadro normativo stabilito dai Governi che fornisca elementi espliciti per poter prevenire e procedere legalmente contro i reati connessi con i trapianti, e che protegga le vittime, a prescindere dal luogo in cui il crimine è stato commesso, ad esempio aderendo alla Convenzione contro il traffico di organi del Consiglio d’Europa.
  5. Un controllo etico e medico dei donatori e dei beneficiari da parte degli operatori sanitari che tenga conto dei risultati a breve e lungo periodo.
  6. Un registro creato dai Governi che contenga le informazioni di tutti gli organi reperiti e dei trapianti eseguiti sotto la loro giurisdizione, nonché di tutti i trapianti che concernono i loro cittadini e residenti, anche se hanno luogo in un’altra giurisdizione, da condividere con le banche dati internazionali.
  7. Un quadro normativo sviluppato dai Governi che permetta agli operatori sanitari e agli altri professionisti coinvolti di denunciare reati sospetti nell’ambito dei trapianti, fermo restando il rispetto dei loro obblighi professionali verso i pazienti.
  8. Indagini da parte delle autorità competenti, con il supporto del sistema giudiziario, su trapianti sospetti avvenuti nella loro giurisdizione o concernenti loro cittadini o residenti in un’altra giurisdizione.
  9. Divieto per le autorità competenti, per gli assicuratori e per le organizzazioni benefiche di coprire i costi associati a trapianti connessi con la tratta di persone a scopo di espianto di organi o di traffico di organi.
  10. Promozione, da parte delle organizzazioni degli operatori sanitari che si occupano di trapianti, nei confronti dei loro membri, della consapevolezza e del rispetto degli strumenti legali e delle linee guida internazionali contro il traffico di organi e la tratta di persone ai fini dell’espianto di organi. 
  11. Cooperazione tra Organizzazione Mondiale della Sanità, Consiglio d’Europa, agenzie dell’ONU – compreso l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine – e altri organismi internazionali per consentire una raccolta dati completa sui crimini legati al trapianto e per permettere una comprensione più chiara della loro natura e dimensioni e del tipo di organizzazione delle reti criminali coinvolte. 
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Firmatari

Chancellor Marcelo Sánchez Sorondo, Chancellor of the Pontifical Academy of Sciences

Jeremy Chapman, Director of the Division of Medicine and Cancer Westmead Hospital, Sydney, Australia

Alex Capron, USC University Professor Scott H. Bice Chair in Healthcare Law, Policy and Ethics (Gould School of Law) Professor of Medicine and Law (Keck School of Medicine) Co-Director, Pacific Center for Health Policy and Ethics

José Nuñez, Medical Director Donation and Transplant program of the World Health Organization WHO Geneva, Switzerland

Beatriz Domínguez Gil, Medical Officer Organización Nacional de Trasplantes Madrid, Spain

Francis Delmonico, New England Organ Bank Professor of Surgery, Harvard Medical School Massachusetts General Hospital Boston, MA, USA

Gustavo Vera, MP City of Buenos Aires, Argentina

Marta López Fraga, Scientific Officer European Committee on Organ Transplantation (CD-P-TO) European Directorate for the Quality of Medicines & HealthCare (EDQM), Council of Europe

Mirela Busic, Head of Department for Special Health Care and Transplantation, Ministry of Health of the Republic of Croatia

Branko Hrvatin, President Supreme Court of Croatia Zagreb, Croatia

Aimee Comrie, Crime Prevention and Criminal Justice Officer UNODC, Vienna, Austria

Dominique Martin, Senior Lecturer in Health Ethics and Professionalism at Deakin University Geelong, Australia

Elmi Muller, Department of Surgery, Groote Schuur Hospital University of Cape Town, South Africa

Annika Tibell, Chief Physician, PMO, new Karolinska, Karolinska University Hospital Adjunct professor Medical Ethics, Karolinska Institutet Stockholm, Sweden

Emanuele Cozzi, Italian National Transplant Centre,  Italy

Gilad Erlich, Senior Criminal Prosecutor District Attorney of the Central Region (Greater Tel Aviv), Israel

Axel Rahmel, Medical board German Organ Transplantation Foundation, Frankfurt am Main, Germany

Ignazio Marino, Professor of Surgery, Sidney Kimmel Medical College, Thomas Jefferson University, Philadelphia, USA

Kristoff Van Asshe, Research Professor in Health Law and Kinship Studies, University of Antwerp, Belgium

Mustafa Mousawi, Chairman of Organ Transplant Center, Kuwait President of Kuwait Transplant Society

Bassam Saaed, Consultant Pediatric Nephrologist Al Jahra Hospital, Kuwait - President of the Middle East Society for Organ Transplantation (MESOT)

Somchai Eiam-Omg, Professor of Medicine Division of Nephrology Chulalongkorn University Hospital, Bangkok, Thailand

Ali Bagheri, Assistant Professor of Medicine and Medical Ethics, Tehran University of Medical Sciences, Iran.
Member of UNESCO International Bioethics Committee

Alexis García López, Department of Nephrology-Urology and Kidney Transplantation, Manuel de Jesús Rivera Children’s Hospital, Managua, Nicaragua

Marti Manyalich, President of Donation & Transplantation Institute, DTI Barcelona, Spain

Marina Minina, Head
Coordinating Center of Organ Donation Moscow, Russia

Shashank Bengali, South Asia Bureau Chief at Los Angeles Times

Naziha Syed Ali, Assistant Editor at Dawn Newspaper, Pakistan

Jay Lavee, President, Israel Transplantation Society Professor of Surgery
Director, Heart Transplantation Unit
Leviev Heart Institute, Sheba Medical Center Tel Aviv University Faculty of Medicine, Tel Aviv, Israel

Mario Abbud Filho, Associate Professor of Medicine
Head Nephrology Discipline, Medical School FAMERP,
Director Organ Transplantation Center Foundation FUNFARME São José do Rio Preto, SP, Brazil

Gabriel Gondolesi, Jefe de Cirugía General. Jefe de Trasplante Hepatico, Reno-Pancreático y de Unidad de Soporte Nutricional, Rehabilitación y Trasplante Intestinal.
Hospital Universitario, Fundación Favaloro. Investigador en Salud del Conicet, miembro del IMeTTyB, Universidad Favaloro-CONICET, Buenos Aires, Argentina

Benita Padilla, Head, Human Organ Preservation Effort (HOPE) Manila, Philippines

Gabriel Danovitch, Medicine, Nephrology
Ronald Reagan UCLA Medical Center Connie Frank Kidney Transplant Center Los Angeles, California, USA

Igor Codreanu, Transplant Agency of Moldova

Alejandro Niño Murcia, President of Latin American and Caribbean Society of Transplantation,
 Bogotá, Colombia

Mehmet Haberal, Founder and President of the Turkish Transplantation Society President of the Executive Supreme
Board of Baskent University
Turkey

Jiefu Huang, Chairman
National Organ Donation and Transplantation Committee Beijing, P.R. China

Nancy Ascher, Professor of Surgery
Division of Transplant Surgery
Isis Distinguished Professor in Transplantation
Leon Goldman, MD Distinguished Professor in Surgery

Adeera Levin, President, International Society of Nephrology Vancouver, Canada

Phil O'Connell, Immediate Past President The Transplantation Society Sydney, Australia

Haibo Wang, Councilor, Declaration of Istanbul Custodian Group Director, China Organ Transplant Response System Member of National Organ Donation and Transplantation Committee, P. R. China

Ali Malek Hosseini, Chief of Organ Transplantation Shiraz University of Medical Sciences Shiraz, Iran

Terence Kee, Senior Consultant
Department of Renal Medicine Singapore General Hospital

Phan Hai An, Director of International Cooperation Department Hanoi Medical University
Head of Kidney Diseases and Dialysis Department Viet Duc University Hospital, Vietnam

Maryana Doitchinova Simeonova, Executive director of the Bulgarian Agency of transplantation Sofia, Bulgaria

Milbert Shin, Human Rights Attorney

Debra Budiani-Saberi, Director of NGO
Coalition for Organ Failure Solutions Washington DC, USA

José Medina Pestana, Professor of Nephrology and Head of the Kidney and Pancreas Transplant Program
Hospital do Rim
São Paulo, Brazil

Maria Matamoros, Director, Liver Transplant Centre / Caja Costarricense de Seguro Social (CCSS), Costa Rica

Riadh Fadhil, Professor of Urology & Transplant Surgery at Hamad Medical Corporation Director of Qatar Organ Donation Center (HIBA)

Rudolf Garcia Gallont, Presidente Directiva Hospital Herrera Llerandi

Maria Antonio Soledad, Department of Health Philippines

Tim Pruett, President American Society of Transplant Surgeons Professor of Surgery and Internal Medicine,
John S Najarian Chair of Transplantation University of Minnesota Minneapolis, MN, USA

Greg Obrador, Universidad Panamericana, Campus México
Dean, Faculty of Health Sciences & School of Medicine Mexico City, Mexico

Karina Jazmín Durán Martínez, Fiscal de la Unidad Epecializada en Investigación de Tráfico de Menores, Personas y Órganos, Subprocuradoría Especializada en Investigación de Delincuencia Organizada, México

John  Gill, Professor of Medicine Division of Nephrology St. Paul’s Hospital Vancouver, Canada

Sandeep Guleria, National Kidney and Transplant Institute Delhi, India

Faissal Shaheen, Director General
Saudi Center for Organ Transplantation (SCOT) Senior Consultant Physician and Nephrologist

Hirato Egawa, Tokyo Women’s Medical University Department of Surgery, Institute of Gastroenterology

Campbell Fraser, Department of International Business and Asian Studies Griffith Business School
Nathan campus, Griffith University,
Australia

Monir Moniruzzaman, Assistant Professor Department of Anthropology and Center for Ethics and Humanities in the
Life Sciences Michigan State University

Sunil Shroff, Mohan Foundation Chennai, India

Sally Johnson, Director of Organ Donation and Transplantation NHS Blood and Transplant, UK

James McDaid, Belfast City Hospital Queen’s University Belfast, Ireland

Aonghus Kelly, European Union Integrated Border Assistance Mission in Libya

Curie Ahn, Department of Translational Medicine Seoul National University, South Korea

Fahim Zaman, MD, FACP 

Ademola Aderibigbe, Former Head Renal Care Center
University of Florin
Teaching Hospital & Director Maayoit HealthCare Ltd Ilorin, Nigeria

Andreas Karampinis, President
Hellenic Transplant Organization Athens, Greece

Roman Danielewicz, Polish Transplant Society Warsaw, Poland

Alessandro Nanni Costa, Director-General
Italian National Transplant Centre, Italy

Jose Marie Simon, Honorary President
FIAMC (Fédération Internationale des Associations de Médecins Catholiques)

María del Carmen Bacqué, Presidenta del INCUCAI
(Instituto Nacional Unico Coordinador de Ablación e Implante)

Salvador Aburto, Director General
Centro Nacional de Trasplantes de la Secretaria de Salud Ciudad de México, México

Nelufar Hedayat, Journalist and presenter for Fusion Media Network London, UK

Rosi Orozco, United vs. Trafficking Foundation

John McCaffrey, Galileo Foundation